Analisi della poesia "Insonnia. Vele strette "Mandelstam

Insonnia. Omero. Vele strette.
Ho letto l'elenco delle navi al centro:
Questa lunga stirpe, questo treno di gru,
Che una volta sorse sull'Hellas.
Come un cuneo di gru ai confini stranieri -
Schiuma divina sulle teste dei re -
Dove stai navigando? Quando non Elena,
Che tu abbia una sola Troia, uomini achei!
Sia il mare che Omero, tutto è mosso dall'amore.
Chi dovrei ascoltare? E qui Omero tace,
E il mar nero, ornato, fruscia
E con un forte ruggito si avvicina alla testiera.
.

Questa poesia è stata pubblicata nella seconda edizione di The Stone (1916) e datata dal poeta al 1915. Come molte delle poesie di Mandelstam, non ha un titolo, ma potrebbe essere la prima parola: "Insonnia". Questo ci permette di attribuire questa poesia al genere delle "poesie scritte durante l'insonnia", di cui si possono trovare interessanti esempi nella letteratura di molti paesi. Per quanto riguarda la letteratura russa, la prima poesia che mi viene in mente è Le poesie di Pushkin composte durante l'insonnia. Ma nel Mandelstam moderno, in particolare nella poesia post-simbolista, quasi tutti i poeti significativi hanno una poesia (Akhmatova, 1912; Andrei Bely, 1921; Pasternak, 1953) o un intero ciclo di poesie (Annensky, 1904; Vyacheslav Ivanov, 1911; M. Cvetaeva, 1923) chiamato "Insonnia" o "Insonnia". Il poema di Mandelstam è diverso da nessuno di loro; seguendo questa tradizione, ha tuttavia le sue caratteristiche uniche.

Lo sentiamo fin dalla prima riga. Contiene tre nomi, ognuno dei quali è una frase indipendente. Tali frasi senza verbo si possono trovare anche nella poesia russa del 19° secolo (l'esempio più famoso è, ovviamente, la poesia di Fet "Whisper. Timid breath."), ma nella poesia post-simbolista tali frasi sono così comuni che si può parlare di /65/
dispositivo stilistico (Blocco: "Notte, strada, lanterna ..."; Pasternak: "Nuvole. Stelle. E di lato - un sentiero e Aleko"; Akhmatova: "Venunesimo. Notte. Lunedì // Schema della capitale nella nebbia”)1.

Ci sono tali esempi nei versi di Mandelstam del 1913-1914. La poesia "Cinema" inizia con i seguenti versi: "Cinema. Tre panchine // Febbre sentimentale. ”, e un'altra poesia -“ ″Gelato! ″ Il sole. Biscotto d'aria. // Vetro trasparente con acqua ghiacciata.

Come si può vedere dagli esempi precedenti, tali frasi senza verbo sono utilizzate principalmente per descrivere in modo più colorato e accurato l'ambiente (paesaggio, città, interni) o (come Akhmatova) per dare un'idea della data e dell'ora. I nomi sono legati semanticamente, ognuno fornisce un nuovo dettaglio, componendo l'immagine pezzo per pezzo, passo dopo passo. La poesia di Mandelstam "Kinematograf" appartiene a questo tipo, ma la poesia "Gelato!..." è leggermente diversa da essa e non abbiamo immediatamente un'immagine chiara. Tra il grido "Gelato" (usato in forma colloquiale, che esprime letteralmente l'esclamazione di un venditore ambulante: "Gelato!") e la parola "biscotto", che si combinano tra loro, c'è la parola "sole". Collega le parole della riga per il significato dell'aggettivo "aria", che, avendo un'evidente connessione con il "sole", si riferisce in questo caso alla parola "biscotto". Ci vuole del tempo per legare insieme queste parti, e poi vedremo l'immagine di una soleggiata giornata di San Pietroburgo vista attraverso gli occhi di un bambino.

Nella poesia "Insomnia ..." la descrizione del tempo e dell'ambiente è molto più complicata. Il poeta non compone un quadro in sequenza, ma a grandi balzi. Ci sono così grandi divari semantici tra le parole che è difficile raccogliere associazioni che collegano immagini poetiche sin dalla prima volta. Cosa hanno in comune le parole "insonnia" e "Omero"! È molto più facile, ovviamente, collegare le parole "Omero" e "vele"; e solo nella seconda riga diventa chiara la relazione tra queste tre parole chiave da cui il poema è respinto. Per sbarazzarsi dell'insonnia, il poeta legge Omero, o meglio la "Lista delle navi" dell'Ellade. Questa è una lettura piuttosto difficile prima di andare a letto, e allo stesso tempo leggere l'elenco delle navi è ironico: di solito si contano le pecore per addormentarsi, ma il poeta conta le navi omeriche.

La terza riga aggiunge due confronti che caratterizzano l'elenco delle navi; entrambi sono originali e inaspettati. /66/

Nelle parole "questa lunga covata" incontriamo l'obsoleto "questo": consueto per la poesia del Settecento, in più ora tardaè diventato arcaico. La parola "covata" ha invece caratteristiche stilistiche completamente diverse ed è solitamente usata in relazione ad alcuni uccelli ("covata d'anatra", "covata di pollo"). "Lungo" in combinazione con la parola "covata" dà anche l'impressione di qualcosa di insolito, poiché l'ultima parola di solito si riferisce a pulcini che si sono smarriti, ad esempio, sotto l'ala della madre.

Le navi salpano per Troia e sono quindi paragonate a una lunga fila di uccelli che galleggiano sull'acqua; probabilmente la prima associazione del lettore è con una famiglia di anatre! Vediamo che tale definizione ha anche una connotazione ironica. Qui c'è una discrepanza stilistica tra la parola arcaica e poetica “questo” e la parola rustica, rispetto alla precedente, “covata”, ma, d'altra parte, c'è anche una connessione tra queste incompatibili, a prima vista , parole: al sublime ribaltamento poetico segue quello più “con i piedi per terra” e semplice. Non possiamo dire esattamente su cosa il poeta volesse attirare la nostra attenzione.

Nel 1915, quando Mandelstam scrisse questa poesia, ci fu una discussione in letteratura sull'elenco delle navi di Omero. Due anni prima, la rivista Apollon ha pubblicato il saggio postumo di Annensky "What is Poetry?". Una delle disposizioni dell'articolo: la poesia dovrebbe ispirare piuttosto che affermare certi fatti. (A titolo di prova, Annensky cita l'Elenco delle navi di Omero.) Da un punto di vista moderno, una lunga enumerazione di nomi sconosciuti è stancante (e questo è uno dei motivi per cui il poeta nel poema di Mandelstam sceglie proprio una lettura del genere di notte). Ma, d'altra parte, nella "Lista" suona una sorta di fascino magico. Questo elenco può essere utilizzato come illustrazione dei versi di Verlaine "de la musique avant toute Choose". I nomi stessi non significano più nulla per il lettore moderno, ma il loro suono insolito dà libero sfogo all'immaginazione e restituisce il quadro dell'evento storico: il suono della gloria, e il bagliore di armature dorate e vele viola con il rumore della onde oscure dell'Egeo?

La parola "covata", che ha anche un significato aggiuntivo, è un tipo di reitimologia. “Portare fuori / guidare” significa “crescere”, “nutrire”, “educare”; altro significato della parola "condurre", "condurre" /67/
ecc., quindi qui, a quanto ho capito, c'è un gioco di parole. Poi l'intera linea ha un ritmo diverso dai primi due. Qui viene utilizzato il giambico di sei piedi, cosa insolita per la poesia russa moderna. Associato al verso alessandrino e all'esametro russo, in questo poema è direttamente correlato a Omero e alla poesia classica. Nei primi due versi, la solita cesura maschile ("Omero", "navi"), Nel terzo e quarto, cambia in dattilico ("covata", "Helladom"), In altre parole, non appena il pensiero del poeta passa dall'insonnia alle riflessioni sull'Iliade ", cambia il ritmo del verso stesso: non solo la cesura dattilica, ma anche il "questo" ripetuto (in posizioni non accentate) e la rima interna ("lunga" - "gru") - tutto ciò conferisce alla linea un significato e un'espressività speciali.

Un'altra descrizione che caratterizza l'elenco delle navi è "questo treno è una gru". Le associazioni associate agli uccelli galleggianti nel confronto precedente si sviluppano ulteriormente e, cosa tipica di Mandelstam, le immagini poetiche "sorgono" dalla terra al cielo: le navi vengono ora paragonate a un cuneo di gru dirette a Troia. La metafora della "gru" è, ovviamente, popolare e non nuova, come osserva Victor Terras, è stata usata anche nell'Iliade3. Un esempio di ciò può essere trovato nel Terzo Cantico: “Tre figli si precipitano, con voce, con un grido, come uccelli: / Tale è il grido delle gru sotto il cielo alto, / Se, dopo aver evitato sia le tempeste invernali che le infinite piove, / Con un grido di greggi volano attraverso il flusso veloce dell'Oceano…” (tradotto da N. Gnedich). Ci sono versi simili nel Secondo Cantico, questa volta sugli Achei: “Le loro tribù, come innumerevoli stormi di uccelli migratori, // Nel verde prato asiatico, sotto l'ampio Caistra, // Si rannicchiano qua e là e si divertono con sbattere d'ali, // con un grido si siedono davanti a quelli che sono seduti e annunciano il prato, - / Così le tribù degli Argivi, dalle loro navi e dai tabernacoli, / si precipitarono rumorosamente al prato di Scamandria; (tradotto da N. Gnedich). In questi due confronti, l'accento è posto sulle grida delle gru. C'è qualcosa di simile nell'"Inferno" di Dante: "Come un cuneo di gru vola a sud // Con un canto sordo nell'altezza della montagna, // Così davanti a me, gemendo, il cerchio // delle Ombre si precipitò..." ( tradotto da M. Lozinsky). Lo stesso lo troviamo in Goethe.

Il paragone di Mandelstam, tuttavia, è insolito in quanto nessuno, ne sono certo, l'ha ancora applicato alle navi.
Come la prima descrizione dell'elenco delle navi, la seconda - "Questo treno è una gru" - sorprende con la combinazione di parole di diversi livelli stilistici. Riappare l'arcaico /68/
e il poetico “questo”, seguito dalla parola “treno”, oltre al suo significato abituale, ha anche il significato di “processione” (Blok: “Sto guardando il tuo treno reale”) o mezzo di trasporto che segue uno dopo l'altro: di solito si tratta di carri, slitte ecc. ("treno delle nozze"). L'uso di questa parola con la definizione "gru" è piuttosto insolito, d'altra parte, la parola "treno", che evoca associazioni più solenni, si combina meglio con il poetico "questo". Ora sembra che il poeta abbia scartato le intonazioni ironiche che erano presenti nei versi precedenti; c'è una serietà che culmina nelle prossime tre domande. Questa impressione deriva dalla predominanza di [a] nelle sillabe accentate e non accentate.

Nella prossima stanza incontriamo un altro confronto relativo a una serie di navi. Questa volta è abbastanza familiare: "cuneo di gru". Qui non è più il paragone ad essere insolito, ma l'orchestrazione dei suoni. Nel terzo verso della prima strofa, abbiamo già notato la rima interna: "long - crane". Si ripete e si sviluppa ulteriormente: "cuneo di gru". Questa ripetizione sonora è simile alla seguente: “frontiere aliene”. Inoltre, tutte le sollecitazioni su [e], [y] vengono ripetute tre volte nelle stesse posizioni ([zhu], [chu], [ru]), [g] viene ripetuto tre volte. Tale orchestrazione sembra imitare le grida delle gru e il rumore delle loro ali e dà ritmo all'intera linea, esaltando la sensazione di volo. Sottolineando il grido delle gru, Mandelstam ricorre alla vecchia tradizione poetica, ma allo stesso tempo la arricchisce e introduce i propri cambiamenti.

Nella seconda riga compare una frase che distrugge l'idea prevalente di fuga e ci riporta al popolo in viaggio verso Troia: "Sulle teste dei re c'è la schiuma divina". I re sono, senza dubbio, quelli che si trovano a bordo delle navi indicate nell'elenco, ma il significato delle parole "schiuma divina" non è così chiaro. Potrebbe semplicemente significare schiuma: le navi navigavano a una velocità così elevata che il mare volava a bordo, cadendo sulle persone. Oppure, collegando questa frase con il precedente confronto sul volo delle gru, dovremmo capire che c'erano delle nuvole sulle teste dei re?

La definizione di "divino" ricorda il poema di Mandelstam "Silentium", che si riferisce alla nascita della dea Afrodite. Poiché la dea dell'amore è nata dalla schiuma del mare, la schiuma può essere definita "divina". Quindi è collegato al segreto dell'amore, e questa frase precede l'affermazione che tutto, compreso il mare, è mosso dall'amore. /69/

Segue poi la domanda relativa alle navi e alle persone che salpano per Troia: "Dove navighi?" La domanda sembra irrilevante, dal momento che è chiaro che i re hanno un'idea chiara di dove stanno andando. In effetti, è chiaro solo un obiettivo geografico, dietro il quale se ne intravede un altro, più astratto e più importante. La frase successiva (nessun verbo) mette tutto al suo posto. Questo è il punto principale della poesia. Ora iniziamo a capire cosa voleva dire il poeta.

Per quanto paradossale possa sembrare, la risposta alla domanda è contenuta nella domanda: “Se non fosse per Elena, / Che cosa è per voi solo Troia, uomini achei?”. Fu l'amore che spinse gli "uomini achei" a radunare una flotta e andare a Troia. Questa idea viene poi ripetuta dall'autore in forma generalizzata nella prima riga della terza quartina: "Sia il mare che Omero, tutto è mosso dall'amore". Come risposta alla seconda domanda della quartina precedente, otteniamo una conclusione breve e semplice: "tutto è guidato dall'amore". Ma ci sono altre due parole qui, misteriose e stimolanti: "mare" e "Omero". Cosa vogliono dire? Nel frattempo, le parole vanno bene insieme. Non solo semanticamente - nelle due quartine precedenti erano già usate insieme - ma anche nel suono. Entrambe le parole contengono suoni simili: "Omero" è un anagramma quasi completo della parola "mare".

L'idea che Omero sia guidato dall'amore può essere intesa in diversi modi. Se giudichiamo Omero come poeta, allora tutta la poesia è guidata dall'amore, e non solo dall'amore di un individuo, ma dall'amore in un senso più astratto. "Omero" potrebbe anche essere una metonimia per gli eventi storici descritti nell'Odissea e nell'Iliade. Principale forza motrice le storie sono amore, passione, emozioni umane. Questo è abbastanza chiaro, ma come possiamo dire che il mare è mosso dall'amore? A prima vista, sembra che la parola "mare" sia collegata nel significato con la parola "Omero" e con le associazioni causate da questo nome. giocando ruolo importante nell'Iliade, la parola "mare" è in consonanza con il nome "Omero" e ne è una metonimia.

Man mano che la poesia procede, il compito difficile diventa semplice. "Il mare" a quanto pare ha il suo autovalore. Presuppone, ad esempio, che tutto nell'universo sia mosso e guidato dall'amore. A proposito, questo è un luogo poetico comune. Certo, nell'Iliade non esiste una cosa del genere, ma, come nota Victor Terras5, questa idea è espressa chiaramente nella Teogonia di Esiodo: nelle viscere sotterranee della terra /70/
profondo, / E tra tutti gli dei eterni, il più bello è Eros. // Profumato - ce l'hanno tutti gli dèi e le persone terrene // Conquista l'anima nel petto e priva tutti del ragionamento*”6.

Ritroviamo la stessa idea in una delle "poesie antiche" di Leconte de Lisle, un parnasso francese. La sua lunga poesia "Helen" descrive gli eventi che hanno portato al rapimento di Helen e all'inizio della guerra di Troia. In questa poesia si pone grande enfasi anche sul tema dell'amore; come conclusione generale, viene dato un lungo monologo, che dimostra il potere dell'amore, il potere di Eros, come il sovrano di tutta l'umanità - pensieri che si trovano anche in Esiodo:

Toi, par qui la terre féconde
Gemit sous un tourment crudele,
Eros, dominateur du ciel,
Eros, Eros, Dompteur du Monde.

L'idea classica si sviluppò anche nel principio dell'amore divino, che muove l'universo, presentato nell'idea platonica della perfezione nell'amore e nell'idea di Aristotele di un "motore immobile" (le "mosse" di Mandelstam si riflettono chiaramente nella filosofia classica ); sotto forma di una gerarchia accuratamente progettata, questo principio è stato presentato anche nell'idea religiosa medievale: "Il legame vincolante di tutto il sistema è l'amore, sia che sia l'amore più basso che muove la pietra per metterlo al posto giusto , oppure è un amore naturalmente ispirato a Dio nell'anima persona»7. Negli ultimi tre versi del "Paradiso" di Dante, il poeta raggiunge il cerchio più alto, dove apre amore divino, muovendo l'universo e d'ora in poi dirigendo i propri pensieri e la propria volontà:
Qui lo spirito elevato è decollato; Ma passione e volontà hanno già lottato per me, come se alla ruota fosse dato un corso regolare. L'amore che muove il sole e i luminari**.

Il "tutto è guidato dall'amore" di Mandelstam può essere percepito come un aforisma che completa la storia di Elena. Ma la poesia non finisce qui, come potrebbe. Prende una nuova svolta. Segue una domanda del tutto inaspettata: “Chi devo ascoltare?”. È inaspettato, poiché finora abbiamo parlato del fatto che sia "Omero" che "il mare" sono guidati dalla stessa forza. C'è qualche differenza in chi /71/
di loro ad ascoltare il poeta? Ovviamente c'è una differenza, e il poeta ci racconta la sua scelta: ascolta la voce non di "Omero" e non del "mare" del poema, ma il suono del vero mar Nero ruggente.
Anche in questo caso, come nel caso delle gru volanti, l'immagine del mare è creata dall'orchestrazione di suoni in posizione percussiva. Anche in questo caso la cesura maschile cambia in dattilico, [o] prevale nei versi, specie negli ultimi, poi si ha una spettacolare alternanza [h] - [w] - [x]. Tutto ciò conferisce un significato speciale alle ultime righe.

Qual è il significato qui? Se fino ad ora tutto era abbastanza chiaro: il poeta, sofferente di insonnia, sceglie Omero come lettura per la notte. Il libro evoca una serie di associazioni e immagini incentrate sull'amore. Dopo un po' mette da parte il libro e ascolta il rumore del mare che ruggisce intorno a lui. Cosa significa questo mare? È questa una metafora di un sogno, il sonno di un poeta?

Il mare era anche al centro dell'attenzione nelle strofe precedenti. Era il mare di Omero, e la prima linea nella terza quartina li unisce. Ora, nelle ultime due righe, il mare ha un significato diverso. Questo non è più un mare dalla schiuma divina, ma il cupo Mar Nero: "il mare è nero". Terrace dice che questa è un'immagine "tipica omerica" ​​e cita versi simili dell'Iliade sugli Achei: "... e nella piazza dell'assemblea // Il popolo corse di nuovo, dalle loro navi e dal tabernacolo, // Con un grido: come le onde di un mare silenzioso, // enormi che si infrangono sulla riva, tuonano; e risponde al Ponto loro» *** 8.

Ma questa immagine sembra avere un significato più ampio: sia concreto che metaforico. Questo "mar nero" potrebbe essere effettivamente il Mar Nero, e quindi potrebbe contenere ricordi della Crimea e del Koktebel di Voloshin. Marina Cvetaeva, citando questa poesia, scrisse addirittura: “Il Mar Nero”9. E la poesia di Mandelstam "Non credere al miracolo della domenica...", che si riferisce alla Crimea e che probabilmente vi è stata scritta in parte, ci attira "quelle colline... // Dove si interrompe la Russia // Sul mare nero e sordo".

L'immagine del mare può anche significare il fiume Neva, che ha svolto un ruolo importante nella poesia di Mandelstam dal 1916. Viene citata non solo in espressioni neutre, come "sulle rive della Neva" o "Neva wave", ma anche con aggettivi che trasmettono i sentimenti del poeta: "pesante Neva" e persino "sopra la nera Neva". Immagine del mare, /72/
comparendo nella stanza è presente anche in altre poesie con riferimenti alla Neva, e precisamente in due poesie dette "Paglia". Si riferiscono anche a "poesie composte durante l'insonnia": "Quando, Paglia, non dormi in una camera da letto enorme...". Nella prima poesia - un'immagine di un dicembre nevoso:

Dicembre scorre solennemente il suo respiro,
Come se ci fosse una pesante Neva nella stanza.

Nella seconda, in versi simili, "come se" si trasforma in una "metafora materializzata":

In una stanza enorme pesante Neva,
E sangue azzurro scorre dal granito.

Come nella poesia "Insomnia ..." l'immagine dell'acqua viene utilizzata per creare un'atmosfera di qualcosa di freddo, pesante. Nella prima delle poesie ci sono anche intonazioni leggermente solenni. Questo è "Dicembre solenne", che viene paragonato alla Neva; "solenne" sembra un parallelo alla parola "ornato" nella nostra poesia. Nella seconda poesia non c'è più tanta solennità e si sottolinea la pesantezza: il “respiro” di dicembre scompare, e appare invece l'immagine del granito con l'aggettivo “pesante”.
In altre parole, è importante qui che il "mar nero" nel poema non abbia alcun sottotesto biografico e connessione con determinati nomi geografici, che si tratti del Mar Nero o della Neva. Ma questo difficilmente porta chiarezza alla comprensione del significato del poema. È chiaro che qui viene utilizzata una metafora. Ma cosa intende? "Omero" è qualcosa di definito e comprensibile, vorremmo che anche il "mare" avesse un significato specifico. Tuttavia, il punto qui è - un tipico espediente di Mandelstam - che il poeta confronta un sostantivo che ha un significato specifico con una parola che può essere interpretata in modi diversi.

All'inizio il mare era associato a Omero, e questo significava che c'era qualcosa in comune tra loro. Quindi il poeta fa una scelta tra di loro, tenendo presente la differenza esistente. Quale opposizione stiamo affrontando qui? Omero descrive eventi storiciè successo molto tempo fa. Leggendo l'Iliade, il poeta viene trasportato dal presente (insonnia) nel passato. Quando mette da parte il libro ("e qui Omero tace"), torna di nuovo al presente. Il mare qui non è solo il mare di Omero, ma il mare vero, che in questo momento ruggisce intorno al poeta. /73/

Così possiamo intendere il mare come simbolo del presente, che abbraccia la vita del poeta, i suoi sentimenti. La poesia è datata 1915. Le passioni e le emozioni delle persone fungono da motore della storia, facendo precipitare ancora una volta l'umanità in una lunga e sanguinosa guerra. Gli elenchi dei reggimenti inviati al campo di battaglia o gli elenchi dei soldati e degli ufficiali morti sono cose comuni per quel tempo: forse sono quelli che il poeta associa all'elenco delle navi dell'Ellade. L'immagine del mare nella stanza assume una sfumatura di pericolo, costringendoci a ricordare la poesia di Annensky "Il Mar Nero", in cui (in contrasto con la famosa poesia di Pushkin "Al mare") simboleggiano non la rivoluzione, ma la morte (“No! Tu non sei un simbolo di ribellione, // Tu - il banchetto della morte”)10. Anche il verbo "ornare", caratteristico della retorica del 18° secolo, dà l'impressione di una tragedia classica.
Questa è una delle opzioni per interpretare le ultime righe. Ma ce ne sono altri. Il mare, come Omero, che è già stato notato, è "mosso dall'amore", e questa poesia parla senza dubbio dell'amore. Ma i testi d'amore di Mandelstam sono molto diversi dalle poesie simili di altri poeti. I sentimenti personali di un poeta raramente stanno in superficie, si combinano e si intrecciano con altri temi, come la poesia e la storia, come nel nostro caso. Il "qualcosa" che si adatta alla testiera di qualcuno potrebbe essere un'immagine che suggerisce l'amore: ad esempio, un amante che si avvicina al letto di una persona amata. L'Iliade di Omero raccontava al poeta dell'amore, e quando mette giù il libro, le onde del mare gli sussurrano lo stesso. Come si vede, questo argomento interessa al poeta, non può soffocare la voce minacciosa e insieme eloquente del mare che riempie la stanza; il mare, così vicino alla testa del poeta che minaccia di inghiottirlo.

Un'altra interpretazione di queste righe è possibile. In molte poesie, Mandelstam confronta la natura con la poesia, l'arte e la cultura, ama opporsi o unirle. "La natura è la stessa Roma e in essa si riflette", dice una poesia, e in un'altra - "Ci sono rigogoli nelle foreste ..." - la natura è paragonata alla poetica di Omero. Anche la poesia "Insomnia ..." si riferisce a tali versi, anche se qui non si tratta di tutta la natura, ma di una parte di essa. Il significato è il seguente: dovrebbe l'autore ascoltare la voce della poesia che parla di amore, guerra, morte, o la voce della Natura, la voce della Vita stessa, che ne parla?
Do varie letture per mostrare che la questione della comprensione di queste immagini resta aperta. Questa "apertura del soggetto" fa parte dell'oscurità dell'intera poesia, lasciando il lettore a pensare. Inizia dalla prima riga; quando il significato di questo verso diventa chiaro, la trama e l'idea della poesia diventano più o meno chiare. Ma le righe finali introducono una nuova svolta, che in realtà era necessaria dopo la conclusione: "Sia il mare che Omero, tutto è mosso dall'amore". Nonostante queste parole, una sorta di conclusione aforistica (tra l'altro, non particolarmente originale), la poesia potrebbe finire, i suoi ultimi versi sono tali da rendere ancora vago il significato, e ci viene concesso il diritto di riflettere su ciò che il l'autore aveva in mente. Tuttavia, non è necessario scegliere solo una delle interpretazioni date. Penso che siano tutti qui.

"Insonnia. Omero. Vele strette” è un esempio dell'uso della cultura antica per riflettere sull'eterna categoria morale e filosofica dell'amore. La poesia è studiata in 11a elementare. Ti invitiamo a familiarizzare con breve analisi"Insonnia. Omero. Vele strette "secondo i piani.

Breve analisi

Storia della creazione- l'opera è stata creata nel 1915, quando il poeta era a Koktebel. Fu pubblicato per la prima volta nella seconda edizione della raccolta di debutto "Stone" (1916).

Tema della poesia- Guerra di Troia; il potere dell'amore.

Composizione- La poesia è un monologo-meditazione sui temi indicati. In termini di significato si divide in tre parti: una storia sull'insonnia, che lo costrinse a rivolgersi a Omero, un appello a "Uomini achei", riflessioni sull'amore.

Genere- elegia.

Dimensione poetica- scritto in giambico sei piedi, rima ad anello degli ABBA.

Metafore“questa lunga nidiata, questo convoglio di gru”, “tutto è mosso dall'amore”, “il mare... con un ruggito pesante arriva alla testiera”.

epiteti"vele serrate", "schiuma divina", "mar nero",

Confronto"come un cuneo di gru... dove stai nuotando."

Storia della creazione

È noto che Osip Mandelstam era uno studente della Facoltà di Storia e Filologia del Dipartimento Romano-Germanico. Non si è mai laureato all'università, non ha conseguito un diploma, ma questo periodo della sua vita ha lasciato un'impronta nell'opera del poeta. Gli studenti di filologia hanno studiato a fondo l'Iliade. Leggendo l'elenco delle navi che consideravano una cura comprovata per l'insonnia. Questo fatto ha trovato un posto nel poema analizzato.

Da studente, Mandelstam si dedicò alla poesia. Le sue creazioni furono notate dai fratelli maggiori a penna. Nel 1915, il giovane poeta soggiornò a Koktebel presso la casa di Massimiliano Voloshin. Qui il lavoro “Insonnia. Omero. Vele strette. Gli stretti conoscenti del poeta affermarono di essere stato ispirato a scrivere poesie dal frammento di una vecchia nave che aveva visto a Koktebel.

Soggetto

La letteratura antica ha influenzato il lavoro di poeti di epoche diverse. O. Mandelstam, con il suo aiuto, cerca di svelare l'eterno tema filosofico dell'amore. Al centro dell'attenzione dell'autore c'è la guerra di Troia.

I versi della poesia sono scritti in prima persona. Così, il lettore può seguire il filo del pensiero eroe lirico direttamente. Nella prima stanza, l'eroe ammette che non riusciva a dormire, quindi iniziò a leggere l'elenco delle navi. Arrivò a metà, e poi questo processo fu interrotto da pensieri sulle cause della guerra. L'eroe lirico crede che gli "uomini achei" abbiano combattuto non per Troia, ma per Elena.

Composizione

La poesia è un monologo-meditazione dell'eroe lirico. In termini di significato, si divide in tre parti: una storia sull'insonnia, che lo costrinse a rivolgersi a Omero, un appello agli "uomini achei", riflessioni sull'amore. L'opera si compone di tre quartine, che corrispondono all'organizzazione semantica del testo.

Genere

mezzo di espressione

Per svelare l'argomento e mostrare il suo atteggiamento nei confronti del problema posto, O. Mandelstam utilizza mezzi espressivi. Il testo ha metafore- “questa lunga nidiata, questo convoglio di gru”, “tutto si muove con amore”, “il mare... con un forte fragore arriva alla testiera”; epiteti- "vele tese", "schiuma divina", "mar nero"; confronto- "come un cuneo di gru... dove stai nuotando."

Prova di poesia

Valutazione dell'analisi

Voto medio: 4. Voti totali ricevute: 25.

La poesia "Insomnia, Homer, tight sails" è stata scritta nel 1915. Molti critici letterari chiamano questa fase della vita creativa del poeta dell'età dell'argento il periodo della "Pietra" (L. Ginzburg nel libro "Sui testi"). Il creatore della parola è associato al costruttore che erige l'edificio e la pietra è il suo principale strumento di lavoro. Ecco perché la ricerca della parola e del significato della vita è fondamentale per comprendere questa poesia.

Già dalle prime righe diventa chiaro che i pensieri filosofici sono ispirati dall'opera del narratore greco e l'autore fa riferimento diretto alla seconda parte dell'Iliade. Leggendo quest'opera leggendaria, immergendosi nel suo significato, il poeta si trova di fronte alla domanda su quale sia il senso della vita: “Sia il mare che Omero sono tutti guidati dall'amore. Chi dovrei ascoltare? E ora Omero tace...». Il senso della vita è nell'amore, che può essere diverso: come distruggere tutto ciò che ci circonda (come nel caso di Elena), e come creare. Per il poeta resta aperta la questione se ci sia un significato nell'amore. E a giudicare dalla frase sul silenzio di Omero, possiamo concludere che questo problema è rilevante in ogni momento, dall'Ellade ai giorni nostri.

Il mare è una delle immagini chiave della poesia. Simboleggia l'infinito, la relazione dei tempi. Già dalle prime righe, al lettore viene presentata l'immagine di "vele tese di navi" pronte a prendere il mare. Pertanto, possiamo dire che la poesia inizia con l'immagine del mare e finisce allo stesso modo. La composizione ad anello della poesia è un elemento compositivo, che indica anche la natura ciclica dei problemi sollevati nell'opera.

A livello di trama, l'autore usa una composizione ad anello: all'inizio dell'opera, l'eroe lirico non può addormentarsi, le immagini del poema di Omero lampeggiano davanti a lui, quindi "il mar nero ... si avvicina alla testiera". Queste righe possono essere intese in due modi: il mar nero è un sogno che sostituisce l'insonnia, oppure pensieri e pensieri che non danno mai tregua. Ma dato che il mare nella tradizione dell'antichità, così come successivamente nell'età dell'argento, appare come qualcosa di maestoso e calmo, è più probabile che il sogno copra l'eroe lirico. Questa trama è collegata con l'eroe lirico stesso. Ma c'è un'altra trama nel poema: la linea del viaggio a Troia, questo viaggio dalla vita alla morte, anche questa linea si chiude.

La poesia è dominata da parti nominali del discorso (circa il 70% di tutte le parole), 20% - verbi. Usando nomi e aggettivi, l'autore crea un'immagine maestosa quasi immobile. Il poeta usa i verbi nella prima strofa al passato, l'immagine dell'Hellas è il passato, ormai lontano. Tutti gli altri verbi nell'opera sono al presente, questo sottolinea la continuità dei tempi.

L'immaginario e l'espressività nell'opera sono raggiunti dalla presenza di metafore: le navi vengono confrontate con le gru. In questa tecnica c'è anche un elemento di personificazione, quindi Mandelstam fa rivivere davanti a noi l'immagine dell'antica Grecia, l'immagine della distruzione della vita a causa dell'amore. Questa immagine personificata non aiuta l'eroe lirico a rispondere alla domanda: perché l'amore è un sentimento così creativo, diventa la causa della distruzione.

Analisi 2

"Insonnia. Omero. Vele strette. Non ti ricorda niente? "Notte. La strada. Lampada. Farmacia". È così che inizia la poesia di Blok "I Dodici". Frasi tritate e coniate. Come Mandelstam, anche Blok appartiene ai poeti Età dell'argento. Probabilmente, allora era di moda scrivere in questo stile. Blok ha l'insonnia, e anche Mandelstam.

Prima o poi, tutti i poeti si rivolgono al tema dell'amore. Soprattutto quando è infelice. Sì, Mandelstam non riusciva a dormire bene a Koktebel. Lì si riposò con il suo amico Massimiliano Voloshin. Accidentalmente o meno, vide un frammento di un'antica nave. E subito, per qualche motivo, ha ricordato Omero, riflessioni sull'eterno - su una donna, sull'amore.

A Mandelstam piace l'era dell'antichità. È misterioso, enigmatico, unico. La considera lo standard della bellezza. Inoltre, gli piace l'acqua. Anche questo elemento è misterioso, unico. In particolare, l'oceano, che manda enormi onde sulle coste.

La poesia è divisa in 3 parti semantiche. Scritto in giambico, il verso fa rima attraverso il verso.

Da dove viene improvvisamente Homer? L'autore ha studiato all'università, alla Facoltà di Storia e Filologia. È vero, non ha finito gli studi, ha lasciato. Lì studiò l'Iliade di Omero nell'originale. Fu pubblicato un lungo elenco di navi che andarono a conquistare Troia. Era un rimedio provato per l'insonnia. È qui che è nata la riga sull'elenco delle navi, letta a metà. Poi, a quanto pare, si è ancora addormentato.

La poesia è scritta in prima persona. Qui il poeta non riesce ad addormentarsi e usa i famosi "sonniferi". No, non conta le pecore, ma legge l'elenco delle navi. Ma non mi aiuta a dormire. Il pensiero "fugge" alla guerra di Troia. Il poeta giunge a un'interessante conclusione che gli avversari hanno combattuto non per Troia, ma per la bella Elena.

È nell'ultima quartina che conclude che tutto nel mondo è guidato dall'amore per una donna. Iniziano e finiscono le guerre.

Per rendere la poesia più luminosa, più espressiva, Mandelstam usa metafore. "Tutto è guidato dall'amore". Ci sono anche gli epiteti "vele tese", "schiuma divina". A titolo di confronto, puoi dare la linea "come un cuneo di gru".

Perché gli Elleni sono andati a Troia? La bella Elena fu rapita dal figlio del re lì. La colpevole della guerra, indirettamente, è una donna. Allora perché non salvarla? Qual è il senso della vita? In una donna, e quindi innamorata. Qui "sia Omero che il mare, tutto è mosso dall'amore". È lei che risveglia tutto nelle persone migliori qualità. Grazie all'amore si compiono le imprese più grandi e le azioni più sconsiderate.

Il poeta confronta le navi con un cuneo di gru. Ma a quei tempi le navi non si allineavano in linea, ma attraversavano il mare in cuneo. E anche le gru volano nel cielo come un cuneo. Ecco un accurato confronto "vele strette". Ciò significa che le vele sugli alberi sono tese come dovrebbero. Le navi sono pronte per un lungo viaggio.

È necessario dormire, e il poeta filosofeggia, riflette. E fa domande retoriche che non hanno risposte. L'"Iliade" di Omero molto "agganciato" Mandelstam. E se l'insonnia quasi ogni notte, allora, probabilmente, ha imparato a memoria l'elenco delle vele. Perché non dormi? Amore non corrisposto per Marina Cvetaeva. Non c'era donna.

Analisi del poema Insonnia. Omero. Vele strette secondo i piani

Forse sarai interessato

  • Analisi del poema Ascolta il cuore sporco di Yesenin

    La natura contraddittoria della personalità di Esenin risulterà chiara se si studia il suo lavoro in modo più o meno dettagliato. Nelle sue varie ipostasi, il poeta mostra le sfaccettature del mondo interiore, che sono condizionalmente graduate da devoto viandante

  • Analisi del poema Last Love di Tyutchev

    La poesia fu scritta dall'affermato e maturo Fëdor Tyutchev nella prima metà del XIX secolo, al confine tra il 1852 e il 1854, ed entrò nel ciclo chiamato "Denisevsky", secondo i critici, il più famoso e liricamente ubriaco.

  • Analisi della poesia di Pushkin Pushchin Grado 6

    Alexander Sergeevich Pushkin aveva molti amici all'epoca in cui studiava al Lyceum. Ma Pushchin gli era il più vicino. Tra loro c'era un rapporto molto stretto e sincero. Avevano anche molto in comune.

  • Analisi del poema Sonetto alla forma di Bryusov

    Il Sonetto a una forma è un eccellente esempio del lavoro dei simbolisti. Sebbene al momento della creazione Valery Bryusov fosse molto giovane, il suo grande talento può essere rintracciato nella poesia.

  • Analisi del poema Il sole di Andrei Bely

"Insonnia. Omero. Vele strette "Osip Mandelstam

Insonnia. Omero. Vele strette.
Ho letto l'elenco delle navi al centro:
Questa lunga stirpe, questo treno di gru,
Che una volta sorse sull'Hellas.

Come un cuneo di gru ai confini stranieri, -
Schiuma divina sulle teste dei re, -
Dove stai navigando? Quando non Elena,
Che cos'è Troia per voi soli, uomini achei?

Sia il mare che Omero, tutto è mosso dall'amore.
Chi dovrei ascoltare? E qui Omero tace,
E il mar nero, ornato, fruscia
E con un forte ruggito si avvicina alla testiera.

Analisi del poema di Mandelstam "Insomnia. Omero. Vele strette"

L'opera del poeta Osip Mandelstam è molto varia ed è suddivisa in più periodi, che differiscono in modo significativo l'uno dall'altro per umore e contenuto. La poesia "Insonnia. Omero. Vele strette" si riferisce alla fase iniziale dell'attività letteraria dell'autore. Fu scritto nel 1915 e fu incluso nella prima raccolta di poesie di Osip Mandelstam intitolata "Stone". Secondo una versione, durante questo periodo l'autore amava la letteratura antica e rileggeva le opere imperiture degli autori dell'antica Grecia. Tuttavia, coloro che conoscevano da vicino il poeta sono convinti che questa poesia sia stata ispirata da un viaggio a Koktebel al poeta Maximilian Voloshin, che mostrò a Mandelstam una scoperta straordinaria: un pezzo di vecchia nave, che potrebbe facilmente appartenere a una flottiglia medievale.

In un modo o nell'altro, nell'estate del 1915, una poesia “Insomnia. Omero. Vele strette. Naturalmente in essa si possono trovare echi dell'"Iliade" di Omero, o meglio, un riferimento alla sua parte chiamata "Il sogno di Beozia, ovvero un elenco di navi". In esso, l'antico poeta greco descrisse la flottiglia, che stava andando in guerra con Troia, e un elenco dettagliato consisteva in circa 1200 navi. Pertanto, non sorprende che, tormentato dall'insonnia, il poeta "legga l'elenco delle navi al centro". Parlando della guerra di Troia, Osip Mandelstam traccia un parallelo tra passato e presente, giungendo alla conclusione che qualsiasi azione umana ha una spiegazione logica. E anche le battaglie più sanguinose, insidiose e implacabili nella loro spietatezza, possono essere giustificate dal punto di vista di chi le inizia. Una di queste giustificazioni è l'amore, che, secondo il poeta, può non solo uccidere, ma anche dare speranza di rinascita. "Sia il mare che Omero, tutto è guidato dall'amore", afferma l'autore, rendendosi conto che i conquistatori non avevano affatto bisogno dell'orgogliosa Troia. Erano guidati dal desiderio di catturare il prigioniero più affascinante del mondo: la regina Elena, che ha provocato la guerra con la sua bellezza soprannaturale.

Rendendosi conto che sentimenti e ragione spesso si contraddicono, Osip Mandelstam pone la domanda: "Chi dovrei ascoltare?" . Neppure il saggio Omero sa dare una risposta, il quale crede che se l'amore è così forte da poter innescare una guerra, allora questo sentimento merita profondo rispetto. Anche se, obbedendogli, devi uccidere e distruggere. Osip Mandelstam non può essere d'accordo con questo punto di vista, poiché è convinto che l'amore non debba portare distruzione, ma creazione. Ma non è nemmeno in grado di confutare il grande Omero, poiché c'è un vivido esempio di amore accecante che distrusse completamente Troia.

L'autore non ha una risposta a questa domanda filosofica, perché i sentimenti provati per una donna possono costringere alcune a compiere una grande impresa, mentre altre rivelano le qualità più basse che le guidano nel raggiungimento del loro obiettivo. Pertanto, Osip Mandelstam paragona l'amore al mar nero, che “orna, fa rumore e si avvicina alla testiera con un forte ruggito”, assorbendo ogni dubbio e ogni paura. È quasi impossibile resistere alla sua pressione, quindi ognuno deve scegliere se è pronto a sacrificarsi per il bene di sensazione alta suoi principi e ideali. O, al contrario, è l'amore che diventerà l'ancora di salvezza che ti aiuterà a uscire dall'abisso del vizio, degli errori e delle azioni avventate, ad assumerti la responsabilità di ogni decisione che prendi e di ogni parola pronunciata in un impeto di passione o di pace .

Sinossi di una lezione di letteratura sul tema “Osip Emilievich Mandelstam. Vita, creatività. Analisi della poesia "Insonnia. Omero. Vele strette..."

È apparso come un miracolo.

Per essere poeta, metro, rima, immagine, anche se le padroneggi perfettamente, sono insufficienti, hai bisogno di qualcos'altro, innumerevole di più: la tua voce, unica, la tua stessa, incrollabile, attitudine, il tuo stesso destino non condiviso.

N. Struve

Lo scopo della lezione: conoscere la vita e l'opera del poeta; sviluppare negli studenti la capacità di comprendere un testo letterario, insegnare a lavorare con il testo utilizzando il metodo della ricerca.

Attrezzatura: laptop, presentazione multimediale, dispense (poesia del poeta), schermo.

Tipo di lezione: apprendimento di nuovo materiale.

Commenti:

Gli studenti preparano una relazione sui temi:

1. "Fatti" della biografia (1891-1938);

2. La storia della creazione del poema “Insonnia. Omero. Vele strette…”.

Durante le lezioni:

1. Momento organizzativo.

2. Comunicazione dell'argomento e dello scopo della lezione.

3. Imparare nuovo materiale.

Come capisci le parole di A. Akhmatova?

O. Mandelstam è una personalità unica con un destino unico e un dono poetico. Può essere paragonato a un miracolo.

Lo studente redige relazioni "Fatti della biografia del poeta".

Scrivere sui quaderni.

Osip Mandelstam è uno dei più misteriosi poeti russi, il cui contributo alla letteratura del 20° secolo è inestimabile. I suoi primi lavori risalgono all'età dell'argento.

Quindi, la vita di Mandelstam, come le sue opere, è interessante, misteriosa e contraddittoria allo stesso tempo. Questo poeta era una di quelle persone che non possono essere indifferenti a tutto ciò che accade intorno. Mandelstam sente profondamente quali sono i veri valori e dove sta la verità ... Il destino creativo del poeta è la ricerca di una parola che esprima pienamente stato interno poeta. Uno di le migliori opere Mandelstam è la sua poesia “Insomnia. Homer Vele strette ...", che fu scritto nel 1916 in Crimea (leggendo una poesia di uno studente esperto).

Intervista agli studenti:

Cosa ha attratto questa poesia, quali sentimenti ha evocato?

Quali immagini crea?

Quali linee rappresentano l'idea principale?

(La poesia attira con calma, mistero, grandezza. L'autore ha creato immagini degli Achei dall'Iliade di Omero, navi, il mare, un eroe lirico. L'idea principale nella linea: tutto questo è guidato dall'amore).

Il messaggio dello studente preparato sui fatti noti relativi alla storia della creazione del poema.

Secondo una versione, Mandelstam è stato ispirato a questa poesia da un frammento di un'antica nave trovata da Maximilian Voloshin, con il quale era in visita a Koktebel. Tuttavia, i temi dell'antichità nel suo insieme sono caratteristici dei primi poemi di Mandelstam. Il fascino del poeta per il mondo antico è il suo desiderio per lo standard della bellezza e per la base che ha dato vita a questa bellezza.

Il tema del mare, come il tema dell'antichità nel poema, non è casuale, ed è causato non solo dal luogo di nascita del poema: Mandelstam apparve per la prima volta a Koktebel nel giugno 1915.

Molti critici hanno notato che Mandelstam preferiva l'acqua a tutti gli elementi. Allo stesso tempo, la sua preferenza non sono i ruscelli che cadono dal cielo o si precipitano sulle montagne; è attratto dal movimento calmo ed eterno: fiumi piatti, laghi, ma più spesso - la forma più grandiosa - l'oceano, che rotola maestosamente enormi alberi. Il tema del mare è indissolubilmente legato al tema dell'antichità: entrambi sono maestosi, grandiosi, calmi, misteriosi. È noto che Mandelstam era innamorato di Marina Cvetaeva durante questo periodo della sua vita, ma lei non gli rispose.

Cosa succede all'eroe lirico?

Come viene trasmessa la sensazione nella poesia?

(L'eroe lirico è tormentato dall'insonnia. Sulla costa del Mar Nero, legge Omero, riflettendo sul fatto che sia gli Achei che Omero furono ispirati dall'amore).

La base mitologica della guerra di Troia fu la vendetta di Menelao per il rapimento della moglie, la bella Elena. Elena, figlia di Zeus e dea della retribuzione Nemesi. La più bella delle donne, suscita l'invidia di Afrodite, la dea della Bellezza.

La stessa voce sulla bellezza di Helen può causare conflitti: tutti i leader e gli eroi ellenici la corteggiano. Elena porterà dolore e disonore al marito Menelao, morte a Parigi, con il quale scapperà, incapace di resistere alla passione ispirata da Afrodite. La città che ha ospitato il fuggitivo - Troia - sarà rasa al suolo, la maggior parte dei corteggiatori di Elena, che si sono recati alle mura di Troia, moriranno.

L'esercito acheo, pronto a lapidare la regina, si fermerà davanti alla sua bellezza e la riporterà con onore alla sua casa, a Sparta. Elena significa una torcia, una torcia. Questo nome è il fulcro di tutti i versi della poesia.

Così, davanti a noi, prendono vita le immagini dei tempi passati. L'eroe lirico ricrea nella sua immaginazione le antiche navi che partirono alla conquista di Troia. Dove si dice nella poesia?

Insonnia. Omero. Vele strette.

Ho letto l'elenco delle navi al centro:

Questa lunga stirpe, questo treno di gru,

Che una volta sorse sull'Hellas.

Si ha l'impressione che l'eroe lirico stia rileggendo i versi dell'Iliade, dove l'elenco delle navi diventa un simbolo della forza e del potere degli Elleni.

Qual è stato il motivo della campagna delle loro truppe contro Troia?

(La bella Elena è stata rapita).

Come un cuneo di gru ai confini stranieri -

Schiuma divina sulle teste dei re -

Dove stai navigando?

Che cos'è Troia per voi soli, uomini achei?

Le immagini sorte nell'immaginazione dell'eroe lirico lo affascinano e portano alla riflessione.

Qual è il senso della vita?

(alla fine, giunge alla conclusione che tutto nella vita è subordinato all'amore).

Sia il mare che Omero, tutto è mosso dall'amore.

Chi dovrei ascoltare? E qui Omero tace,

E il Mar Nero, ornato, fa rumore

E con un forte ruggito si avvicina alla testiera.

Quindi, cosa può tirare fuori il meglio in una persona? (solo l'amore rende a volte inaspettati, ma le azioni e le azioni più corrette).

(chiama le navi "una lunga nidiata, un convoglio di gru, e ancor più brillante quale confronto" cuneo di gru ", ma ha anche base reale. Le navi in ​​quei tempi lontani, quando facevano le campagne militari, veramente schierate a cuneo).

Prestiamo attenzione all'epiteto "vele strette".

Cosa sta indicando?

(Indica che le navi sono pronte per prendere il mare).

Di solito, il movimento nella poesia viene trasmesso con l'aiuto di un rapido cambio di verbi, parole energiche, Mandelstam ha pochi verbi, la maggior parte delle frasi sono nominali, incomplete, il che crea una sensazione di lentezza, durata. Quindi, di fronte a noi ci sono le navi, se così posso dire, in movimento immobile, il poeta ha creato un'immagine del tempo congelato: il passato, che rimane per sempre presente.

Chi altro ricorda il poeta?

(Re, sulle cui teste "schiuma divina").

Cosa dice?

(Sulla loro grandezza e forza).

A chi sono paragonati i re qui?

(Agli dei greci. Si ha la sensazione che gli dei dell'Olimpo approvino questo viaggio alle "frontiere straniere" oltre Elena).

Quale immagine introduce Mandelstam in questa poesia?

(L'immagine del Mar Nero, che "orna, fa rumore", questa immagine dà alla poesia luminosità e un senso della realtà di ciò che sta accadendo.

Prestiamo attenzione al vocabolario.

Qual è il massimo in questa poesia?

(Nomi: vele, navi, schiuma, testa, mare e ci sono concetti astratti - insonnia, amore)

(Sono necessari per comprendere l'idea e il tema della poesia).

Ci sono anche domande retoriche nella poesia. Parlano dello stato speciale dell'eroe lirico. In che stato si trova? (Uno stato di pensosità, riflessione, filosofeggiare).

L'"Iliade" di Omero diventa per l'eroe lirico qualcosa di misterioso, incomprensibile e bello allo stesso tempo.

A cosa sta pensando l'eroe? (voci del taccuino).

Sulla verità, sulla bellezza, sul senso della vita, sulle leggi dell'universo. E soprattutto - l'amore - è questo che risveglia l'umanità all'azione, è qui che si manifesta la continuità delle generazioni.

Quindi, riassumendo la lezione, vorrei dire: "Sia il mare che Omero - tutto è mosso dall'amore, devi ancora arrenderti a questo movimento, obbedire alla legge universale, come gli Achei obbedirono al destino, andando alle mura di Troia. È da qui che viene l'insonnia dell'eroe lirico. Vivere una vita piena, tendere alla bellezza, amare è molto difficile, richiede coraggio e forza spirituale.

Conversazione basata sui risultati dell'analisi del poema “Insonnia. Omero. Vele strette…”.

Gli studenti registrano su quaderni le caratteristiche della poesia di O. Mandelstam

Quali caratteristiche prima poesiaÈ stato possibile identificare O. Mandelstam analizzando la poesia "Insomnia ..."?

(Capire l'arte come filo conduttore tra generazioni, comprendere la vita come un movimento verso l'amore, che richiede coraggio e forza spirituale.)

Riepilogo della lezione

Riflessione

Cosa abbiamo fatto oggi in classe?

Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo?

Come valuti il ​​tuo lavoro?

L'ultima parola del maestro

Durante la lezione, abbiamo cercato di comprendere i versi di uno dei poeti russi più misteriosi e significativi del 20 ° secolo - O. Mandelstam, per comprendere le caratteristiche del suo lavoro del primo periodo, il significato universale della poesia; sviluppato le capacità e le capacità di analisi del testo letterario.

Condividere